1989, Weilheim - L' Atelier Bavarese dell' Artista, al secondo piano (ad angolo) della palazzina sita in Petelgasse, a pochi chilometri da Monaco. Da qui partì la tournè espositiva del Chianello lungo tutto il Pfaffenwinchel, terminata poi nella primavera del 1993.
1991, Weilheim - L' entrata al pubblico della "Kleine Pinakotek Chianello" (Piccola Pinacoteca Chianello) nell' Hipper-passage al centro di Weilheim. Questa struttura, fortemente voluta dall' Artista con l' intento di avvicinare la cittadinanza Bavarese alla sua arte, restò aperta fino agli inizi del 1993 anno in cui il Chianello, terminata la parentesi teutonica, fece rientro in Italia. Nel suo breve ma intenso periodo di attività, è stata anche punto di riferimento ed incontro con i vari settori della cultura locale, testimone di salottiere e piacevoli serate all' insegna del confronto, del dialogo e di buona musica barocca eseguita da musicisti del posto.
1991-1992, Weilheim - Logo ufficiale identificativo della "Piccola Pinacooteca Chianello" ove non possono mancare le caratteristiche creature (Effimeri) generate dall' imprevedibile inventiva surrealistica del Maestro romano.
BREVE MONOGRAFIA DELL' ARTISTA - Pittore e disegnatore, Maurizio Chianello
nasce a Roma nel Settembre del 1945 da famiglia di artigiani. Sin dall' età di
nove anni, sente già irrompere in lui l' innata spinta verso forme creative e
d' espressione che l' accompagnerà per l' intero arco della sua adolescenza.
Dopo essersi chiuso, dal 1960 al 1975, in una voluta “clausura” per poter meglio
approfondire studi ed esperienze sulla tecnica dei grandi Maestri Fiamminghi da
lui amati, esordisce nel mondo delle Arti Visive nel 1983 allestendo nella
Capitale un’ importante mostra personale in Via Margutta, presso la Galleria
“La Marguttiana”, dove presenta opere imperniate su complesse tematiche del
vivere quotidiano, quali “Le lotte sociali”, “I drammi esistenziali”, “Le
bolgie infernali” e le “Riflessioni sociali”, ottenendo notevole interesse da
parte del pubblico e largo consenso dalla critica romana, per l’ originalità
delle tematiche svolte. In contrapposizione alla sua naturale tendenza verso
espressioni figurative rappresentate con raffinata tecnica “manieristica”,
riconoscibile, fra l’ altro, nella suggestiva serie “Appunti dalla Tunisia”,
usa per più di un decennio l’ indirizzo “surrealistico” come veicolo di
trasposizione al fine di poter intraprendere una vera e propria crociata
moralistica nei confronti delle disfunzioni della società contemporanea,
additando vizi e peccati con opere di forte drammaticità, sapientemente condite
da un sottile filo di polemica ironia, particolarmente visibile nella serie ad
olio delle “Folli competizioni della vita”, nelle sue “Sanguigne” e nelle
limitate opere seriali da lui prodotte. Inserito in oltre trenta Antologie e
volumi d’ arte nonché nell’ Archivio Storico del “Kunsthistorisches Institut in
Florenz” (Istituto Germanico di Storia per l’ Arte Italiana del Novecento),
espone più volte a Roma, Ferrara e Napoli; è presente alle Fiere Internazionali
d’ Arte di New York, Madrid e Londra con la Galleria Alba di Ferrara, partecipa
a manifestazioni artistiche e collettive in varie città d’ Italia fino al 1989,
anno in cui si trasferisce nell' allora Germania Federale ove apre un nuovo
Atèlier nella salottiera Città di Weilheim a pochi chilometri da Monaco di
Baviera. Pur continuando a produrre e presentare il suo Surrealismo, ritiene
momentaneamente concluso questo ciclo e torna ben presto alla sua “pittura
colta” con opere di intenso lirismo che racchiude nella serie “Momenti di vita
Italiana in un interno” ed “I fascini dell’ adolescenza” e che espone in varie
città della Baviera. Il successo e l’ interesse suscitato da siffatta tematica
e tecnica è tale che la stampa locale, dal “Suddeutsche Zeitung”, al “Bild
Zeitung” di Monaco, al “Munchner Merkur”, all’ “Isair Loisachbote”, al
“Weilheimer Tagblatt”, al “Rundschau”, al “Kreisbote” ed altri, nonché alla
Rivista Internazionale d’ Attualità “Agorà Europa” edita in bilingue a Berlino
e diffusa anche in Austria, Svizzera ed Italia, gli dedicano continuamente ampi
spazi recensivi e servizi fotografici. Ormai conosciuto ed apprezzato in tutto
il Pfaffenwinchel, inaugura nel novembre del 1991, nel centro della Città che
lo ospita ed a pochi metri dal Museo Civico che ne richiede le opere, la sua
“Kleine Pinakotek Chianello" (Piccola Pinacoteca Chianello), una esposizione
permanente al pubblico della sua produzione, quale punto di riferimento e di
incontro con la sua arte, il tutto in un elegante ambiente dall' atmosfera
prettamente Italiana, apprezzata e frequentata abitualmente dal Borgomastro,
dal mondo culturale della Città e dalle Classi del Ginnasio Statale, quale
elemento di studio. Benchè alcuni importanti impegni artistici lo trattengono
continuamente sul posto, all’ inizio del 1993 chiude definitivamente la sua
struttura espositiva per far rientro in Italia ed allestire in Roma il suo
nuovo Atèlier ove poter meglio curare il rapporto con i suoi affezionati
collezionisti che ne reclamano da tempo la presenza e dar corso a quella nuova
poetica, coltivata da anni nella mente, che presenterà ai numerosi appuntamenti
già pianificati nella Capitale. Questo nuovo ciclo determinerà, nel fare dell’
Artista, la più lunga e sofferta pausa di ricerca e trasposizione delle sue
tematiche che lo terrà impegnato per diversi anni, interrotta solo nel 1999
dall’ elaborazione, su richiesta, di una piacevole serie di “pastelli su
ruvido” dalla tematica leggera, appositamente studiata per il decoro di interni
e che verrà, successivamente, tradotta in un’ emissione multipla di stampe
artistiche divulgate e commercializzate, per più di un triennio, dal Catalogo
della “Albor Poster 2000”
di Certaldo. Nel 2001, dopo essersi mentalmente rigenerato col soggiornare per
diverso tempo presso alcuni Studi allestiti nelle vicine campagne romane, si
defila, volutamente, dalla scena artistica e si trasferisce a Perugia, culla
delle sue radici materne, con l’ intento di ritrovare quegli stimoli ed afflati
che gli dovrebbero consentire la realizzazione di una inedita serie di opere
dall’ irresistibile richiamo di Fiamminga memoria. Trascorre più di due anni
nel suo Atèlier umbro in meditativa solitudine fino a quando sente improvvisa
la necessità di dover far rientro a Roma al fine di completare l’ architettura
mentale dei cromatismi e delle tematiche sino a quel momento sviluppate. Oggi
lo ritroviamo ancora impegnato nella realizzazione del suo grande progetto al
quale dovrà dedicarsi per diverso altro tempo, necessario, questo, al lento e
certosino completamento delle opere in cantiere che verranno poi presentate in
occasione di una grande mostra “personale” in Roma che sancirà, finalmente, l’
avvenuto rientro dell’ Artista sulla scena della vita culturale Italiana.